Riceviamo da Carmela Sicoli e pubblichiamo
La complicata situazione del centro accoglienza profughi di Amantea
Sono una dirimpettaia del centro di accoglienza profughi che abbiamo nel nostro paese, assisto quindi agli avvenimenti che li riguardano e che sì susseguono da più di un anno. Ho "chiacchierato" con uno di loro a proposito delle ultime proteste per capire le ragioni. Cissoko Aboubacar ha accettato di parlarne, lui é nato in Guinea, figlio di un direttore di banca ( dimostra con fierezza la foto del padre) ha vissuto la guerra etnica , subìto torture e costretto ad emigrare in Libia dove ha lavorato per l3 anni fino al recente conflitto libico (si è rifiutato di combattere a fianco dei miliziani di Gheddafi) dove negli ultimi tre mesi ha inchiodato bare.
Sorride poco....Cissoko oltre alla lingua madre parla arabo, francese. inglese e italiano e anche per questa sua dimestichezza linguistica fa da tramite per I'assistenza legale ai suoi compagni presso vari gruppi di volontari calabresi oltre a mantenere i contatti con gli altri centri profughi presenti nella nostra regione. Ovviamente né lui ne i suoi amici hanno ''scelto" Amantea per il loro soggiorno, sono ospiti loro malgrado.
I rifugiati ad Amantea tutti provenienti dalla Libia e con storie simili a quella di Cissoko, sono 142 di etnie diverse. di questi solo 22 hanno ottenuto recentemente il permesso di soggiorno. Le proteste sono dovute anche alle lungaggini burocratiche che rendono diffîcoltoso il possesso di questi documenti necessari per muoversi, ma quello che esaspera gli immigrati è la gestione del centro.
Cissoko parla di speculazione sulla loro pelle" in particolare evidenzia che lo staff dirigenziale della struttura è stato presente, anche fisicamente, solo fino a quando non è stata ottenuta l'autorizzazione per la trasformazione dell'albergo in centro di accoglienza. In pratica alla latitanza dello staff è corrisposto all’aumento delle proteste ed è attraverso dimostrazioni che hanno ottenuto sussidio di 2 euro al giorno e sono riusciti a far ricoverare uno di loro con problemi psichici che minacciava di far saltare I'albergo con una bombola ed anche il tentato "sequestro" della responsabile del centro è stato dettato dall'esasperazione di fronte all'ennesimo rifiuto di incontro per fare chiarezza sulle varie urgenze.
In effetti non ci vuole molto a capire che stipare un numero così alto di persone in uno spazio insufficiente e soprattutto "costringerli" all'ozio nell’attesa dei permessi per così tanto tempo non può non esasperarli. Come vicina di casa noto che la tensione ultimamente sta salendo; come amanteani dovremmo f'are attenzione c far sì che non si ripeta una Rosarno due.
Carmela Sicoli 22-07-2012