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Spaccati di antropologia amanteana Antiche usanze marinare a Pasqua Quel drappo nero a lutto sulle barche dalla Passione alla Risurrezione. |
Alcuni spaccati di costume marinaro, un tempo praticati da pochi, non sono entrati a far parte del patrimonio di ricordi di tutti, ma nicchia di memoria dei pochi che tale ambito hanno vissuto o ascoltato nelle memorie familiari.
Sulle usanze relative al lutto ad Amantea sappiamo praticamente tutto:
l’abbigliamento, il bottone, la striscia al bavero, la fascia al braccio, la cravatta, la fascia/verniciatura sulla porta, la striscia/verniciatura sull’architrave dell’ingresso, il medaglione per donna, la barba incolta per lungo tempo, l’oscuramento di radio e televisione, l’annullamento di qualsiasi forma d’intrattenimento, la riduzione alimentare nelle feste, il sostegno alimentare dei parenti nei giorni contati, il graduale ritorno alla normalità (lentissimo per le donne).
Quanto sopra era costumanza diffusa e praticata in tutti gli strati sociali popolani.
Ve n’era una praticata abitualmente da tutti i pescatori in ambito della marineria, ovvero quella di pitturare una striscia nera unica sulla parte alta della murata della barca. Era praticamente perenne e non veniva più cancellata per tutta l’esistenza della barca.
Nel periodo pasquale era molto diffusa l’usanza di inforcare la corona di spine usata durante le Varette nella paramella della barca (asse verticale estrema prora); a volte più d’una corona.
La pratica dell’usanza oggetto di questa pagina, invece, era attuata a Pasqua da pochissimi pescatori proprietari di barca, quelli con maggior trasporto di fede. Le barche, a secco sulla spiaggia, in quel periodo dell’anno sono posizionate a distanza di sicurezza dal mare considerando la stagione invernale, e portate nella parte più alta in caso di cattivo tempo.
Coloro che praticavano il rito di fede che segue portavano comunque la barca in alto in quei giorni a significare che l’imbarcazione era ferma, indisponibile per la pesca perché in lutto.
La particolare usanza consisteva in una fascia di stoffa nera che avvolgeva la parte alta della murata per un metro da ambo i lati (a destra e sinistra della paramella).
Questo segno di lutto rimaneva fissato sul battello dalla Passione del Venerdì Santo alla Risurrezione, giorno in cui il drappo nero veniva tolto.
E’ questa usanza oggi ignota a quasi tutti gli stessi discendenti della marineria considerandone la scarsa pratica in passato e la trasmissione orale praticamente inesistente.
A ben guardare ha qualcosa di simile all’Affruntata che si celebra nelle province calabresi “ulteriori”. In tale contesto Maria Addolorata entra in scena ammantata di nero fino all’incontro con il Figlio risorto, momento in cui il manto nero le viene sottratto per mostrare il radioso vestito della festa.
Piccole cose di un passato poco vissuto, oggi assolutamente inesistenti, che non sono storia né cultura, che forse vale comunque la pena raccontare.
Antonio Cima 12-03-2015
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