Si dice ad Amantea, Chi vo campari cent'anni. Una briscola sulla spiaggia, all'ombra della tettoia di canne della barca di Borgochianura, aiuta ad arrivarci di Antonio Cima |
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Nel linguaggio popolare amanteano, ma anche in altri dialetti, esistono tante espressioni idiomatiche a doppio senso; modi di dire che hanno un significato palese e uno recondito.
Ad Amantea, quando a qualcuno si vuole rimproverare un’azione o un comportamento un po sopra le righe gli si dice “chi vo campari cent’anni chi si jutu a fari”.
Ma campare realmente cent’anni non è peccato ed attivarsi perchè ciò avvenga non è affatto disdicevole.
Così avviene che ad Amantea qualcuno provi ad inseguire tale obiettivo con quello che passa il convento. continua dopo le foto
Il cenobio è di facoltosa confessione e ne offre di cose buone.
Una di queste è una partita a briscola nel pomeriggio avanzato sulla spiaggia, all’ombra della tettoia di canne del battello di legno di Borgochianura.
Quando quelli del gruppo di amici e conoscenti hanno chiuso la giornata lavorativa arrivano sulla spiaggia ove il generoso maestrale attenua la calura estiva. Prendono posto ai quattro lati del tavolo, come cornice qualche vecchio pescatore in pensione, un turista curioso, occasionalmente amici di passaggio.
Si va avanti fino allo spirò tra i mucchi di carte fissati con sassi, la briscola che non arriva, l’incomprensione del segno, il non aver intuito le carte dalle mosse dell’avversario, le colpe della sconfitta attribuite sempre al compagno, un giro si perde, l’altro di vince, e così fino alla chjicatura da stata che sopraggiunge sempre tra metà agosto e fine settembre.
A quel punto scatta la nuova fase amanteana, l’aspettativa della fiera, chi vo campari cent’anni.
Antonio Cima 29-07-2015
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