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La Domenica delle Palme Ulivo, Palma di dattero, Alloro un tempo e oggi in passato la palma esibita era lo status symbol sociale |
Negli aspetti strettamente religiosi la Domenica delle Palme ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme osannato dal popolo. Evento che precedeva il seguito di Passione conclusasi con la crocifissione e la risurrezione. Ma la Festa di questa domenica ha anche risvolti che vanno oltre la religione divenendo spazi del costume sociale.
Assistendo oggi alla Benedizione delle Palme emerge chiaramente, oltre al trasporto religioso, la voglia gioiosa di partecipare e l’aspetto coreografico diffuso. Tanti con il ramoscello d’ulivo, altri con la piccola palma intrecciata senza alcun elemento aggiuntivo.
Ma qualche decennio fa non era così; il giorno delle Palme la piazza raccoglieva la vasta socialità con tutte le differenze di condizioni economiche che emergevano proprie dalle Palme mostrate.
Esistevano sostanzialmente tre tipologie di palme identificative.
Chi godeva di consistente benessere aveva un’ampia palma intrecciata con ogni sorta di dolce penzolante dagli intrecci: Uova di Pasqua di varie misure con decoratissime carte, cioccolatini fissati con filo da cucito (a volte stecche di cioccolato), caramelle, dolci pasquali specifici per la palma tipo 'i genetti. La sostanza emergente era decisamente orientata al gusto o forse ancor più alla golosità. Succedeva che in talune chiese a queste palme riservassero le posizioni più avanzate della navata relegando indietro i ramoscelli.
Chi disponeva della essenziale economia mostrava o una palma più piccola e con addobbi scarni, oppure un consistente ramoscello d’ulivo. Gli elementi addizionati avevano una base più propriamente alimentare: genetti, cullurielli, taralli e qualche piccolo ovetto pasquale.
Qualche accrescimento si notava sulle palme dei foritani (contadini) per la disponibilità propria dell’attività: insaccati derivati del maiale e vari alimenti originati dalla farina.
La terza espressione, quella delle famiglie povere, prevedeva solo ramoscelli d’ulivo, a volte piccoli o medio-grandi, con qualche tarallo associato a rare caramelle.
Esisteva una ulteriore versione costituita da rametti di alloro senza decorazioni utile esclusivamente per finalità beneauguranti.
In realtà, com’è noto a tutti, questa stratificazione sociale, come alla benedizione delle Palme, era percepibile in tutti i contesti associativi.
Oggi e ben altra cosa apparente; alcune forme mostrate indurrebbero a far ritenere avvenuta la parificazione sociale, ma, come recita una saggia massima dialettale: “a collettu tisu tisu, diju sa si c’è cammisa”.
Antonio Cima 27-03-2015
La preparazione delle Palme
Palma anni '60 di chiara impostazione popolana-contadina
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