A proposito delle prossime elezioni amministrative 2014 Rien ne va plus, les jeux sont faits Nulla cambierà nonostante il mugugno diffuso Ma la colpa è degli amministratori o di chi li sceglie? di Antonio Cima - Amantea 26-08-2013 |
Amantea - Elezioni Amministrative 2014
Anche questa volta vinceranno loro, gli uscenti.
Un futuro quadro amministrativo diverso si potrebbe configurare solo se i presenti in Consiglio si dividessero, la qual cosa sarebbe un vero suicidio politico.
Pur esistendo non pochi mal di pancia (eufemismo), nell’ambito di questa maggioranza, per quale motivo dovrebbero separarsi? Nessun altro raggruppamento potrebbe garantire i numeri vincenti.
Sono personalmente convinto che, dopo i tentativi di guardarsi intorno, che ci saranno, finiranno per ricompattarsi ottenendo addirittura più voti del 2011.
Ciò che potrebbe far rompere il giocattolo è l’ambizione di quattro elementi uscenti che puntano alla carica di sindaco. Si convinceranno, molto presto, della difficoltà a costituire una lista vincente autonoma e rientreranno nei ranghi. In fondo a chi attualmente occupa le poltrone di peso interessa solo mantenerle. In realtà pare che si delinei già un orientamento che possa garantire lo status quo con un sindaco donna che convincerebbe i “galli” del pollaio ad andare d’accordo per non fare la fine dei capponi di Renzo.
In alternativa la potrebbe spuntare uno dei quattro con ampie “garanzie” per gli altri tre.
Potremmo anche far finta che non sia vero, ma tutti siamo fermamente convinti che ad Amantea, alle amministrative, il voto d’opinione non esiste, non è mai esistito. Se ne accorgeranno quelli del M5S, se faranno una lista, raccogliendo briciole rispetto alle precedenti parlamentari.
Alle Politiche chi è incazzato con l’area del governo (e dintorni) vota, senza sapere chi sia, chiunque gridi contro il potere corrotto e privo di regole dell’Italia che viviamo. Alle comunali non è così, non è affatto così.
Alle Politiche si può votare anche “contro” qualcuno, alle Amministrative si vota esclusivamente “per” un “rassicuratore”: per parentado, per affinità lobbistica, per piccoli e grandi favori e privilegi.
Ma come può verificarsi tutto ciò visto che il malcontento non manca ad Amantea su assessori e consiglieri uscenti?
Paradossalmente è proprio questo il motivo che li favorisce.
Provo a spiegarmi evitando la camicia di forza.
L’amanteano medio, come tutti gli esseri umani medi, ha una esistenza duale, una parte pubblica e l’altra privata; nell’amanteano medio, però, è nettissima e contrastante la distinzione tra le due componenti.
Quando si parla con l’amanteano medio si ha a che fare con la sua parte pubblica. Emerge nel dialogo la correttezza dei modi, l’avvedutezza del contesto, l’acutezza nel distinguere il bene dal male, l’orientamento su ciò che è buono per tutti, la consapevolezza dei diritti e dei doveri, il bisogno della reciprocità, del mutuo soccorso, del rispetto, della civile convivenza, l'indignazione per le scorrettezze tout court.
Osservando un simile profilo ti senti rassicurato sul fatto che, anche in ambito politico, riscontrerai risultati confacenti al quadro dei migliori valori che la comunità mostra che, conseguentemente, saranno premiati.
Se questo pensi sei completamente fuori strada: l’amanteano medio quando entra nell’urna lascia la sua metà pubblica a casa e si porta dietro esclusivamente la sua metà privata.
In questo spazio privato l’amanteano medio ripone tutte le aspettative possibili totalmente contrastanti con quella parte pubblica sopra dettagliata.
Piccole e grandi opportunità, scorciatoie, privilegi, favori, accomodamenti, sono gli elementi contenuti in questa zona riservata che con la scheda elettorale accede nell’urna.
Sta proprio qui il paradosso di Amantea. Continuo.
Un’amministrazione che brillasse, con tante opere ed iniziative d’utilità generale, con beneficio stratificato e indistinto su tutti i cittadini, che esaltasse la metà pubblica dell’amanteano medio, raccoglierebbe modesti consensi perché, nel voto, la cosa pubblica non fa parte delle motivazioni di preferenza.
I grandi consensi arrivano, invece, amministrando con rapporti personalizzati, facendo 1000 favori a 1000 individui e non 1 opera a beneficio generalizzato e indistinto di 1000 persone.
Prendiamo atto di questa “normalità” amanteana: assessori e consiglieri uscenti saranno premiati non per aver operato per il bene comune, ma per aver “curato”, e promesso di curare, il sensibile emisfero privato di tanti.
Oltre agli uscenti altri “avventizi” si faranno ovviamente avanti. Proveranno a fare liste sommando spezzoni sociali, aree di provenienza, frange di partiti, associazioni, liberi pensatori, giovani. Hanno tutti il diritto di provarci ed è giusto farlo.
Per avere un cambiamento ad Amantea ci vorrebbe il sistema a doppio turno; ma per questo dovremo arrivare a 15.000 residenti e se ne parlerà dopo il censimento 2021.
Altra spinta al mutamento potrebbe arrivare dagli sviluppi dell’innaturale credito generato da bollette non pagate. Quando questa posta attiva di bilancio dovrà trasformarsi in liquidità di cassa alcuni “soldati” amministratori sentiranno echeggiare il verso di Ungaretti: si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.
Antonio Cima 26-08-2013
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