GRIMALDI INTITOLA UNA VIA AL GENERALE
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
Cartolina Illustrata
Di Salvatore Sciandra
La mattina è ancora il prolungamento dell’Estate di San Martino.
Grimaldi è assolata e luminosa e i suoi monti sfoggiano anch’essi l’abito della festa, ed una tavolozza d’autunno con sfumature che ricordano ancora l’estate.
Al bivio per Cosenza, tutte le autorità civili e quelle militari in alta uniforme, aspettano l’arrivo di Sua Eccellenza il Prefetto di Cosenza.
Il sindaco di Grimaldi, prof.GiovanniNotarianne, con la sua fascia tricolore, è il padrone di casa. Con lui il Dirigente Scolastico dell’I.C., prof. Mario Ambrogio, il Direttore Amministrativo Dott. Giuseppe Giardino, il Capitano dei Carabinieri Giovanni Caruso della Compagnia di Rogliano, il Maresciallo Domenico Minnicelli, Comandante della stazione dei Carabinieri di Grimaldi, la Guardia Forestale, la Guardia Provinciale, la Protezione Civile di Grimaldi, i Docenti delle Scuole, circondati dallo sventolìo festoso degli alunni che animano quel crocicchio con centinaia di tricolori.
Poi, il Protocollo ufficiale: l’ Inno di Mameli, i discorsi delle Autorità presso la Sala Convegni “Madre Teresa di Calcutta”, e l’esibizione di alcuni canti, preparati dai Docenti di quelle Scuole, che tutti gli alunni hanno intonato con trasporto e padronanza di scena.
Davvero commovente la scoperta e la benedizione della lastra di marmo, racchiusa in un’artistica cornice in ferro battuto, fissata su un lungo supporto di ferro che ricorda la foggia e lo stile della cornice.
Grimaldi era lì, attorno a quella “targa” che da oggi arricchisce la sua Toponomastica, che già annovera i nomi di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone, eroi e martiri della Pace.
Elementi intriganti mi appaiono gli aceri e i platani di piazza Borsellino-Falcone, e gli svettanti e imponenti pini silani della neonata via CARLO ALBERTO DALLA CHIESA. Ornamenti naturali di un borgo montano non troppo distanti, però, dalla “metafora” della vita di questi “Agnelli della Pasqua della Pace”, dell’ Italia della ‘Ndrangheta, della mafia, della camorra, della sacra corona unita e di tutta la malavita organizzata.
Nel vociare festoso e nello sventolìo dei tricolori nelle mani innocenti di quei bambini forse, inconsciamente, e con qualche alibi di troppo, vediamo e affidiamo le fortune future delle nostre Contrade.
Grimaldi, 22 novembre 2012
Totò Sciandra