Lettera aperta al sindaco di Amantea Franco Tonnara: "Caro Ninnillo, fai come Benedetto XVI - Com’è stato per la Chiesa di Roma anche il Comune di Amantea ha bisogno di una nuova guida, dimettiti." di Antonio Cima 25-05-2013 (sono attivi i commenti alla pagina) |
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La composta amicizia che ci accompagna fin dalla nascita, seppur il lungo mio periodo di assenza da Amantea, mi spinge al diritto-dovere di avvicinarti con la presente.
Non è tempo d’inveire nè di accusare, ma di riflettere, e riflettiamo insieme, con serietà e compostezza. Ti parlo con il cuore in mano esprimendoti la mia opinione che corrisponde a quelli di moltissimi amanteani, anche di tanti che ti hanno sempre votato. L’umore popolano difficilmente ti arriverà perché, lo sappiamo, gli amanteani (in corposa misura) sono vocatissimi al principio “i si guardari a manu” che sappiamo benissimo cosa significhi. Ci vorrebbe una sorta di nuovo Darwinismo per umani per studiare l’evoluzione dei costumi di questo antico popolo. Ritorniamo al tema.
Nessuno nella storia è mai stato giusta figura per tutti gli scenari possibili.
Credo che i tuoi trent’anni tra gli scranni della politica, a vario titolo, siano sufficienti per guardare con oggettività al percorso da te attraversato e ai risultati ottenuti.
Ti trovi, in questo momento, a capo dell’amministrazione con maggiore propensione all’onestà complessiva (morale e amministrativa) della storia di Amantea, ma, nel contempo, meno efficiente.
E’ vero che in passato le rimesse statali erano copiose, ma quei tempi li hai vissuti anche tu nella pienezza dei poteri e non possiamo, ahinoi, vantare traguardi esemplari.
Della pattuglia corrente, assessori e consiglieri delegati, ti sentiresti di affermare come Cornelia “haec ornamenta mea”? Guarda caso sono 11, quasi come i 12 figli generati dalla patrizia romana.
Però tocca anche a te fare un esame di autovalutazione e riflettere se l'andazzo amministrativo, soprattutto le ultime vicende di giunta, ti può ancora far vestire i panni della dinamica donna di Roma che ha rinunciato a glorie e ricchezze per dedicarsi alla cura dei sopravvissuti figli. L'immagine di coesione di questa giunta è ai minimi storici.
Sei accompagnato, in questa traversata tempestosa, da ufficiali di navigazione non scelti per meriti marittimi dimostrati e conclamati, ma imbarcati (eletti) per aderenze e vantaggi di posizione di vario tipo, professionale-economico-familiare.
Sicuramente persone perbene, seri nei loro spazi privati, gentili e onesti.
Ma per governare basta il solo parafrasare la Vita Nova di Dante “Tanto gentili e tanto onesti paion…” ?
Caro Ninnillo, con questo comandante e con questi ufficiali di bordo, siamo molto vicini allo scoglio del Giglio.
A me pare, e a tantissimi amanteani pare, che tu sia di fronte ad un momento topico.
Potresti passare alla storia come il sindaco della ragionevolezza (come Benedetto XVI) che, viste le acque perigliose cede ad altre mani il timone. Oppure come colui che, avendo raccolto un consenso come mai prima nessuno, ha voluto imitare il comandante che ha incagliato la Concordia sullo scoglio delle Scole.
Caro Ninnillo, sei persona perbene, giudiziosa ed accorta, ottimo amico di tutti, rispettato dalla maggior parte degli amanteani. Torna a tempo pieno a fare il giudizioso marito, il padre esemplare, il cittadino modello, guida morale in qualche forma associativa.
Credo che trent’anni possano bastare.
Tuo affezionato amico Antonio Cima
Amantea 25-05-2013
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